martedì 27 maggio 2014

Dieci posti dove mangiare a Chicago, non ve ne pentirete!


Ci sono delle città che colpiscono particolarmente. Che ne senti la mancanza anche a distanza di mesi, quando si ha il tempo di digerirle, di assimilarle, di farle proprie. I motivi sono disparati. Chicago è una di quelle, per me ovviamente. Una metropoli accogliente, multietnica, culturalmente attiva, attraversata dalle route 66, patria del blues e fredda, freddissima. I venti gradi sottozero non ti inibiscono, ti spingono ad essere iperattivo, a visitare, fotografare, camminare per chilometri, il sonno notturno solo per ricaricare le batterie, quasi tempo sprecato.
Prima di partire per un viaggio, lungo o breve che sia, passo molto tempo a documentarmi sulle attività gastronomiche, sugli eventi e sui locali dove cercare di mangiare bene e sperimentare la cucina autoctona.
Questa volta sono stato fortunato. Daniela, la mia guida "locale" è stata perfetta, per questo le dedico questo post, se lo merita tutto!
Ecco dieci posti sperimentati personalmente dove poter rifocillarsi tra una visita e l'altra e assaporare la "windy city" stando comodamente seduti e spendendo pochi dollari.

Consiglio: le porzioni di qualsiasi piatto voi ordiniate sono sempre "abbondanti". Ottima notizia. Se state programmando una vacanza low cost, negli Stati Uniti, per evitare lo spreco di cibo, vi forniranno sempre una doggie bag (scatola di plastica alimentare) alla fine del vostro pranzo (ce ne sono anche molte che hanno un bel design). Nessuna vergogna, portatevi dietro i vostri avanzi, potrete cenarci o pranzarci il giorno successivo.


1. Ann Sather: posto famoso per i suoi breakfast, luogo della cuccagna per chi ama i "cinnamon rolls", fantastici!

909 W Belmont Ave Chicago, IL, Stati Uniti
3415 N Broadway St Chicago, IL, Stati Uniti
1147 W Granville Ave Chicago, IL, Stati Uniti







2. Argo Tea: catena molto simile allo Starbucks, ma con numero ridotto di sedi. Si può scegliere tra innumerevoli tipologie di tè e i muffin ai mirtilli sono eccezionali. (free wifi)

1 S Franklin St Chicago, IL, Stati Uniti
1 N Dearborn St Chicago, IL, Stati Uniti
819 N Rush St Chicago, IL, Stati Uniti









3. Cheesecake factory:  a dispetto del nome, se andate affamati dopo una lunga passeggiata sul "magnificent mile", verrete letteralmente rapiti dai loro pranzi e se lo stomaco vi implorerà di non mangiare più nulla potrete ordinare la vostra fettona di cheesecake e mangiarla per strada o a casa. Potrete trovare ogni sorta di cheesecake, dalla classica a quelle alla frutta o ai biscotti oreo, imperdibile!

875 North Michigan Avenue, Chicago, IL 60611, Stati Uniti





4. Chipotle: adoro la cucina messicana e poterne trovare una a portata di mano è davvero una goduria per il palato. Mexican grill senza fronzoli, i piatti sono abbondanti e davvero ottimi, la salsa guacamole merita, come i loro burritos.

230 W Monroe St Chicago, IL, Stati Uniti
10 S LaSalle St #106 Chicago, IL, Stati Uniti
291 E Ontario St Chicago, IL, Stati Uniti








5. Cortland's Garage: 110 e lode con menzione accademica! Indiscutibilmente il miglior hamburger della mia vita. Carne succulenta, saporita, cotta a dovere, spettacolo assoluto! Poi mangiarlo al banco guardando la finale del Superbowl è stata un'esperienza fantastica. Number one.

1645 W Cortland St, Chicago, IL 60622, Stati Uniti
www.cortlandsgarage.com








6. Lou Malnati's Pizzeria: faccio una premessa. Nel mio decalogo di viaggiatore uno degli obblighi assoluti è quello di non mangiare mai in un ristorante italiano, a costo di patire la fame. Ma la Chicago culinaria è famosa per la deep dish pizza e dovevo provarla. I miei informatori non hanno fallito e ho mangiato una "pizza" davvero ottima. Nulla a che vedere con le pizze nostrane, molto alta, leggermente croccante e piena di pomodoro e formaggio filante. Nessun problema di pesantezza o digestione, cosa che potrebbe capitarvi con altre dish pizze, occhio mi raccomando ;)

805 S State St Chicago, IL, Stati Uniti
439 N Wells St Chicago, IL, Stati Uniti
1120 N State St Chicago, IL, Stati Uniti








7. Magnolia Bakery: il paradiso degli amanti di torte, cupcakes e qualsiasi altra dolcezza. Arredamento anni '60, colori pastello e indigestione di zuccheri, preparatevi! La torta al burro di arachidi è davvero un'ardua sfida, se potete, condividetela con qualcuno che vi vuole bene ;)

108 N State St #128, Chicago, IL 60602, Stati Uniti
www.magnoliabakery.com







8.Hamburger Mary's: il primo pranzo da chicagoans l'abbiamo fatto qui, guidati dall'istinto e dalla fortuna. E siamo stati ripagati! Nel quartiere svedese c'è questo diner gestito da personale giovane e molto simpatico che sforna piatti eccezionali. Dagli hamburgers con salsa barbecue o affumicata a sandwich golosissimi con cheddar filante.

5400 N Clark St, Chicago, IL 60640, Stati Uniti
www.hamburgermarys.com/chicago






9. The original Pancake house: Anni fa a New York non ebbi un ottimo impatto con i pancakes. Non mi piacevano. Probabilmente ero capitato in un postaccio, adesso li adoro! La pancake house è davvero la casa dei pancakes: piatti grandi, immensi, pieni di questi dischi saporiti di pasta soffice accompagnati da frutta, sciroppo d'acero o cioccolato. Servono anche la classica colazione americana, ma lasciate perdere, tuffatevi su questa botta di trigliceridi e colesterolo che si vive una volta sola!

22 E Bellevue Pl Chicago, IL, Stati Uniti
2020 North Lincoln Park W Chicago, IL, Stati Uniti
1358 E 47th St Chicago, IL, Stati Uniti


 



10. Wildberry cafe: per ultimo, ma indubbiamente in prima posizione, per il classico brunch americano c'è questo locale, assolutamente da non perdere! Hamburgers, salsicce, uova alla benedict e chi più ne ha più ne metta contraddistinguono questo luogo della goduria del palato. C'e' da aspettare sempre, vi doteranno di un dispositivo elettronico che suonerà nel momento in cui il vostro tavolo sarà pronto, ma non allonatanatevi molto. In downtown, a pochi passi dalla scultura del "Cloud gate"-  più famoso come "bean" (fagiolo) per la sua forma- dal museo delle arti e dal Millenium park, dev'essere la vostra tappa obbligata se avete intenzione di fare una vacanza a Chicago.
130 E. Randolph St. Chicago, IL 60601







Fuori classifica, vorrei consigliarvi una visita notturna all'Hancock Tower, il terzo grattacielo più alto di Chicago. Al novantacinquesimo piano c'e' un bar molto elegante, con luci soffuse, luogo ideale per godervi la windy city notturna dall'alto. L'ordinazione è obbligatoria, anche una birra va bene.
ps. la vista migliore si ha dai bagni delle donne, ditelo alle vostre amiche o compagne di viaggio ;)




lunedì 26 maggio 2014

Tagliatelle fatte in casa al ragù di seitan

Faccio una premessa: non voglio ingannare il mio palato, né il vostro. La differenza c'è, esiste ed è netta.
Con questo non significa che in cucina non possiamo sperimentare piatti nuovi, offrendo ai curiosi e a chi non mangia carne un'alternativa proteica differente e comunque gustosa. E la resa, ve l'assicuro, è davvero ottima.





Ingredienti per quattro persone:

300 gr. di semola di grano duro
150 gr. acqua
2 panetti di seitan fresco
1 cipolla
2 carote
1 costa di sedano
2 barattoli di pomodori pelati
2 o 3 cucchiai di doppio concentrato di pomodoro
olio evo qb
sale qb
parmigiano reggiano (facoltativo)





Preparazione

Iniziamo dalle tagliatelle. Impastate l'acqua con la farina per una decina di minuti, avvolgete tutto in una pellicola da cucina e fate riposare almeno un'ora affinché si sviluppi il glutine.
Con il mixer o con un coltello sminuzzate le verdure e fatele soffriggere per qualche minuto in padella. Poi aggiungete il seitan sminuzzato, il pomodoro e il concentrato. Salate e fate cuocere a fuoco lento fino a quando il sugo sarà denso.
Stendete la pasta e, o con un coltello o con l'apposito attrezzo, andate a dare forma alla vostra pasta. Spoleverizzate il tutto con abbondante semola in modo tale che l'umidità non la faccia attaccare.
Portate a ebollizione l'acqua, salatela e tuffateci delicatamente le tagliatelle che dovranno cuocere per circa tre o quattro minuti massimo. Scolatele e amalgamatele con il ragù. Servitele caldissime e se volete aggiungete del parmigiano reggiano. Buon appetito!



giovedì 22 maggio 2014

Linguine con alici, pomodorini e colatura di Cetara

Per me è stato un piatto improvvisato grazie agli avanzi della sera prima e vista la riuscita dovrò sicuramente riproporlo. Adoro le alici e come dice lo chef  Pasquale Torrente " la colatura si ama e basta!". Piatto veloce, gustoso ed economico. Prendete appunti.



Ingredienti per quattro persone:

320 gr. di linguine (ottima qualità della pasta, mi raccomando!)
400 gr. di alici fresche
1 spicchio d'aglio
4 cucchiai di colatura di alici di Cetara
una manciata di pomodorini
qb olio evo
qb sale
peperoncino fresco





Preparazione:

Pulite sotto l'acqua corrente le alici, privandole delle teste, le lische e le interiora. In una padella fate soffriggere lo spicchio d'aglio e aggiungete le alici e i pomodorini, cuocendo il tutto per qualche secondo (le alici hanno bisogno di pochi secondi e poco calore per cuocersi). Nel mentre cuocete le linguine, aggiungete quattro cucchiai di colatura nella vostra padella, assaggiate di sale ed eventualmente aggiungete un po' di peperoncino fresco. Una volta cotta la pasta, fatela amalgamare nel vostro condimento e servitela fumante. Per lucidarla un po', consiglio un giro d'olio evo a crudo. Stupirete i vostri commensali, una bontà unica che ci regala il nostro mare a prezzo bassissimo. Buon appetito!

lunedì 19 maggio 2014

Rignano sull'Arno, "Antica fiera del bestiame" - 17 e 18 Maggio 2014

Nel Valdarno superiore, a pochi chilometri da Firenze e più precisamente a Rignano sull'Arno, dal 17 al 18 Maggio si è tenuta l'antica fiera del bestiame. Per celebrare e mantenere viva la memoria degli scambi e della vendita di bestiame che si effettuavano nel passato, ogni anno si svolge questa manifestazione.
La mostra interprovinciale del libro genealogico della razza chianina, le antiche lavorazioni artigianali come la tosatura, la filatura, l'impagliatura delle sedie, la lavorazione del ferro battuto sono stati alcuni dei momenti salienti della fiera.
Gli eventi di questa portata dovrebbero servire a tenere viva la memoria di quella che era la vita rurale del nostro paese e, soprattutto, suggerire ai giovani genitori degli spunti per far "toccare con mano" ai propri figli scene di vita che solo pochi decenni fa erano parte integrante del territorio. Ad esempio, far conoscere alcune razze autoctone, come la chianina o la maremmana, che inevitabilmente sarebbero
costretti a vedere solo in televisione. Stand di produttori di formaggio, insaccati toscani, lo zafferano delle colline fiorentine, hanno contribuito alla buona riuscita di un evento che dovrebbe essere maggiormente pubblicizzato e che dovrebbe contribuire, insieme ad altre manifestazioni, alla tutela della cultura del nostro paese.
A tal proposito, mi sono soffermato a chiacchierare con Elisabetta Focardi, che insieme al marito Salvatore Farris hanno un'azienda di produzione e trasformazione del latte ovino. Circa quarant'anni fa il padre di Salvatore, Giuseppe, portò il proprio gregge in Toscana e da allora, con miglioramenti tecnologici e di produzione, pur mantenendo un carattere di artigianalità, si continua a realizzare un formaggio di ottima fattura. La signora Elisabetta, Betty per gli amici, mi ha invitato a trascorrere una giornata presso il loro podere e appena lo farò sarà mio piacere raccontarvi la storia affascinante di questa famiglia, i metodi di allevamento degli ovini e la trasformazione del latte in questi splendidi formaggi che adoro.

Per info e contatti:

La Torraccia - Azienda Agricola di Salvatore Farris
via Cetina La Torraccia, 47
50066 Reggello (FI)
Tel/fax 055863332
www.la-torraccia.it


















venerdì 16 maggio 2014

Cena all'agriturismo "Aia del Tufo" a Sorano: non ci siamo!

Mi pesa sempre scrivere una recensione negativa. Faccio passare sempre qualche settimana prima di mettere giù due righe. Il motivo? Sull'onda dell'emotività potrei essere troppo diretto e quindi cerco di sbollire e fare una ricostruzione a mente fredda. Ogni qualvolta mangio male il mio animo s'incupisce. Maltrattare le materie prime, non saperle cucinare a dovere, mi fa sentire come preso in giro e offende la nobile arte della cucina. E poi vengo assalito dai dubbi: come è possibile che ho scelto quel ristorante che aveva decine di recensioni positive e poi io e i miei amici mangiamo veramente male? Al quesito non ho saputo mai dare una risposta o forse ce l'ho ma la tengo per me che è meglio. Quando senti parlare di fattoria didattica, agricoltura biologica, materie prime a chilometro zero, le tue aspettative sono importanti, i tuoi cinque sensi pretendono, e anche tanto!
Avevamo deciso di cenare all'agriturismo "Aia del tufo" di Sorano consigliati da un abitante del posto e guardando le recensioni su un noto sito mondiale eravamo super convinti di cenare in maniera fantastica. Così non è stato. Faccio prima una premessa e due appunti. Il posto è molto bello, si respira un'aria di buona cucina, la struttura è gradevole e gli interni ben fatti. Due appunti dolenti: un gatto che ci passa sotto al tavolo e si avvia verso la cucina e uno splendido pastore maremmano che staziona al centro della sala. Traete voi le conclusioni.

Antipasto misto di affettati e crostini: buona presentazione, il crostino con i fegatini non era il massimo, tutto nella media.

Pici all'aglione e pappardelle al cinghiale: le dolentissime note. I pici erano mal fatti. Erano spezzati, collosi e crudi, in pratica immangiabili. Il sugo molto acquoso, ai limiti dell'impraticabilità. Abbiamo lasciato il piatto quasi intonso. Le pappardelle (solo acqua e farina) erano anemiche, scotte e il ragù di cinghiale acido e slegato dal contesto (anche queste lasciate nel piatto).

Siccome avevamo ordinato un menù fisso, ci aspettava anche il secondo.
Cinghiale in umido: carne stopposa, quattro olive contate e sugo slegato, acquoso e tendente all'acido.

E per ultimo, una mousse di ricotta con cioccolato. Era tutto tranne che una mousse. La ricotta era montata male e insapore, al palato era farinosa, mancava di zucchero e il cioccolato era un topping industriale.

No comment sul caffè.

La mia è una recensione obiettiva, probabilmente una serata storta (?) per lo chef del ristorante, sicuramente prodotti trattati male in una terra che dovrebbe valorizzarli al meglio.

Agriturismo Aia del Tufo
Loc. Poggio la mezzadria
San Valentino - Sorano
www.aiadeltufo.com

martedì 13 maggio 2014

Quattro chiacchiere con lo Chef Pasquale Torrente, il re del fritto!

Nascere in uno dei luoghi più belli al mondo è già una fortuna, sta a te approfittare di questo dono. Se poi ci aggiungi anche un talento naturale, allora devi assolutamente condividerlo con tutti. 
Pasquale Torrente, alias "la frittura di pesce", nasce a Cetara, uno dei borghi marinari più belli della costiera amalfitana e conosciuta in tutto il mondo per le alici, il tonno e la colatura. 
Naif, controcorrente, fuori dagli schemi, ma anche imprenditore di successo, venuto alla ribalta televisiva grazie alla trasmissione "unti e bisunti" in cui gareggiava con lo Chef  Rubio sulla migliore frittura di alici. 

- Maestro, grazie per aver accettato il mio invito a farci una chiacchierata virtuale. Da dove cominciamo? Se le dicessi "Cetara", cosa mi risponderebbe?

Cetara ? E' il paradiso! E' cultura, storia, casa, amore.

-  E' luogo comune che anche una suola delle scarpe sia buona quando viene fritta, è d'accordo?

Luogo comune in quanto basta la scelta sbagliata della materia prima e delle temperatura per andare dal paradiso all' inferno.

- Cerchiamo di fare definitivamente chiarezza su una questione : che olio consiglia per un'ottima frittura? E un piccolo segreto per migliorarla?

Friggere a 200 gradi in olio di semi di girasole alto oleico (un olio che ha una percentuale maggiore di acido oleico, quello che caratterizza l’olio d’oliva e ha un’ottima resistenza alle alte temperature ndr).

- E' partito da Cetara e ora Eataly e un ristorante a Dubai con suo figlio, progetti futuri?

Il prossimo progetto sarà l’apertura ad Erbusco, con la famiglia Moretti, di un ristorante che si chiamerà “Burro e alici” e Gaetano, mio figlio, sarà lo chef.

- Cosa ne pensa di questa invasione degli show di cucina in tv? Non si corre il rischio di far passare il messaggio "fare il cuoco è figo e tutti possono farlo"?
Non crede che una presenza televisiva fissa possa inflazionare la figura dello chef che dovrebbe stare più in cucina che a farsi truccare in un camerino?

Tv? Ora stiamo esagerando! I ragazzi mi chiedono autografi e non ricette, foto e non come stare in cucina, non sanno che questo è un lavoro duro.

- Ce la lascia una ricetta da sperimentare e postare sul blog?

Ricetta ? Pizza fritta: 1 kg farina, 500ml acqua, 100ml latte, 20 gr lievito, 15 gr sale, 20 gr olio. Impastare il tutto mettendo il sale alla fine. Friggere a 200 gradi in olio di semi di girasole alto oleico. Condire con salsa di pomodoro San Marzano, semplice foglia di basilico e formaggio.

- Colatura di alici, o la ami o la odi? E' d'accordo?

La colatura si ama e basta!


La ringrazio per questa chiacchierata e speriamo di vederci presto al Convento a Cetara!


Grazie a te e a presto!

mercoledì 7 maggio 2014

Un barbecue da balcone? Si può!

Per tutti coloro che non hanno un giardino o uno spazio dove poter realizzare un barbecue, ecco la soluzione adatta! Io lo trovo geniale! Il design al servizio della cucina!